Un fumetto così fotografico da essere film, dove i singoli piccoli protagonisti colorano le scene con le loro mise da scolari in una Francia idealizzata ai limiti di un modellino in scala.

Sin dai titoli (tecnicamente tra i più belli che mi sia capitato di vedere), gli adulti vengono limitati ad un ruolo di comiche spalle grottesche, fonte delle vicissitudini perlopiù costruite su misinterpretazioni infantili nella mente del Nicolas del titolo: la storia è narrata dal punto di vista del bambino dalla maglia rossa, pallido e gracile, a tratti ingenuo, ma ben determinato nel superare ogni ostacolo che si frappone tra lui e la scontata felicità, vissuta ogni giorno con la giusta leggerezza, consona con la giovane età.

Una colorata raccolta di vicende, di una variopinta moltitudine di bimbi e grandi, fino al ramato culmine dei riccioli di una inattesa sorella e la delusione gelosa nei confronti del nuovo arrivo. Piace pensare che se si potesse far scorrere il rullo sin dopo i titoli di coda, vedremmo, senza ombra di dubbio, gli occhi di Nicolas ridere come mai prima: di fatti, a quell’età, non c’è esperienza migliore che crescere una piccola lei.