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Non è un cartone animato, nè tantomeno un esercizio di stile 3D come molte delle ultime realizzazioni Pixar e compagnia: è un capolavoro, senza mezzi termini la miglior produzione animata (e forse anche non animata) degli ultimi 20 anni, ciò nonostante alle spalle incomba il buonismo Disney che tanto diabete ha causato a generazioni di bambini.

L’avvio di "Up" andrebbe nominato ogni qual volta si accenni a questo o a quel film drammatico/romantico, anche con attori in carne e ossa, stracciati dal pathos dalle scene da diorama multicolor dei primi minuti.

La costanza dell’anziano protagonista poligonale, la forza dei sogni condivisi con la propria dolce metà, commuove senza bisogno di dialoghi o trovate musicali Disneyane: la scrittura è più che perfetta, affatto infantile o per infanti, sovrastando qualsiasi possibile difetto o pecca manieristica.

Non mancano le spalle comiche, ma passano in secondo, terzo piano rispetto alla poesia del viaggio narrato, dal finale giustamente buono e prevedibile, che una volta tanto ci trova positivamente d’accordo, completamente rapiti dalla moderna favola.

Non siamo di fronte, nè alla Natalizia bontà de "Alla ricerca di Nemo" nè tantomeno di fronte alla facilità assimilativa, quasi superficialotta, di uno "Shrek" qualsiasi: è altro, realmente mai visto prima; è la storia di un’amore come non ce ne sono più, oltre il tempo e lo spazio, da far vedere e rivedere ai nostri figli per liberarli dagli schemi relazionali attuali.

"Up" restituisce il perduto coraggio di piangere, di gioia o di malinconia.

Sperando che si possa non acquistare il digitale terrestre e smetterla di buttare soldi per il canone RAI, sento di dover spezzare una lancia a favore del tubo catodico a causa del seguente programma: Il Testimone (MTV Italia).

Pif, ex Iene, porta con leggerezza e facilità ogni stregua di argomento sotto gli occhi di tutti con la sua telecamera soggettiva, restituendo una visione ben più vera di ogni altro show di approfondimento giornalistico a là Report o Presa Diretta (comunque decenti), essendo esente dal difetto della drammatizzazione a tutti i costi della notizia o dello scenario descritto.

Orfani di reti gratuite come TMC2 e la prima MTV, riempite davvero di gran bei programmi documentaristici, musicali e non, il buon Siculo è referente di questa piccola oasi telematica, in un deserto piatto e statico, con rari rivoli d’acqua fresca che sgorgano da Raitre e La7.

Per il resto, buio, al più presto per favore.